Ce ne sono 500 in tutta Europa.
In Italia ne esistono soprattutto
su Prealpi e Dolomiti.
Tra la gita a piedi sui sentieri e la scalata alpinistica esistono da tempo due possibilità alternative: i sentieri attrezzati e le vie ferrate. Si tratta di itinerari di media e alta montagna, resi accessibili con l’ausilio di accorgimenti vari, come cavi metallici, gradini e scale di ferro. L’esistenza dei sentieri attrezzati e delle vie ferrate è ormai vecchia oltre un secolo, uno sviluppo cominciato in Austria nella seconda metà dell’Ottocento, quando l’Alpenverein ( il club alpino austriaco, che si univa a quello tedesco a partire dal 1873 ) si mise al lavoro per assicurare l’ascensione alle cime anche ai neofiti escursionisti con la costruzione dei primi rifugi, l’apertura di sentieri e appunto le prime ferrate,alcune delle quali ancora percorribili. Oggi si contano circa 500 itinerari attrezzati in tutta Europa. In Italia ( già nel 1897 fu attrezzato il primo sentiero sulle creste della Val Pogallo, nelle Alpi occidentali, e nel 1903 fu aperta la prima ferrata sulle Dolomiti, alla cresta Ovest della Marmolada ) la loro presenza sporadica sulle Alpi Occidentali e Centrali, è invece massiccia nelle Dolomiti e nelle Prealpi. Un ulteriore sviluppo fu dato dagli eventi bellici della prima guerra mondiale: attrezzare i sentieri per raggiungere le postazioni in quota o addirittura il fronte fu l’unico modo per permettere l’approvigionamento ai soldati. Le ferrate sono molto frequenti anche in Francia, Svizzera (dove ne esiste solo una ed è a pagamento ) e Austria anche se noi vantiamo quelle più ambite e conosciute. La famosa via delle bocchette ( Dolomiti del Brenta ) con il suo percorso mozzafiato, fu ideata da Giovanni Strobele e Arturo Castelli e costruita dalla Sat ( Società Alpinisti Trentino ) con la Sosat ( la Sezione operaia della Sat ) e con la collaborazione di alpinisti rinomati dell’epoca, fra i quali Bruno Detassis ,ex gestore ( adesso nelle mani di suo figlio Claudio ) del rifugio Maria e Alberto Brentei ( 2180 m ), e Celestino Domino, padre del gestore attuale,del rifugio Pedrotti alla Tosa ( 2486 m ). Una ferrata panoramica divisa in tanti tratti da fare comodamente da 2 a 4 giorni, con l’imbarazzo della scelta tra i dieci rifugi sparsi sull’itinerario. Un lavoro enorme che ha richiesto chilometri di cavo e tantissime ore di fatica: l’attrezzatura dei primi tratti era iniziata nel 1936 e fu ultimata nel 1972. In Italia la " super ferrata " più famosa è la temuta via Gianni Costantini sulla Moiazza ( Dolomiti, Gruppo del Civetta ), costruita nel 1974 dal Cai di Agordo per cercare di sviluppare il turismo nella regione. La via ferrata delle vie ferrate è la più lunga, la più bella,la più difficile, con un dislivello di 1000 metri in salita e in discesa, con un tempo di percorrenza di circa 9-10 ore e solo tre possibili via di fuga. Molto più di una semplice ferrata, è un arduo percorso di montagna, solo per alpinisti capaci e allenati,dove certi passaggi sono attrezzati solo con un cavo metallico senza appoggi per i piedi, numerosi sono i passaggi atletici e l’alpinista si trova esposto nel vuoto su 700 metri di pareti vertiginose. Per affrontarla ci vuole un’ottima preparazione fisica e alpinistica e una buona dose di fortuna, visto il meteo molto variabile delle Dolomiti.