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Come preparare e finire una ultramaratona da 100 km

Fonte La Gazzetta Sportivo scritto da Stefano Sartori

Chi non riesce a migliorarsi nella maratona
può trovare nuovi stimoli nelle gare più lunghe.


Uguali metodi di programmazione: aumentano, ma non di molto, i tempi di lavoro e il chilometraggio Per gli esordienti, la preparazione specifica non deve rappresentare un salto nel buio, né tantomeno un trauma. E' sbagliato anche farsi prendere, all'inizio, da eccessivo entusiasmo, cercando di bruciare le tappe. Il solo obbiettivo, per il debuttante, dev'essere quello di finire la gara in buone condizioni senza mettersi a confronto con podisti più allenati o più esperti. Scopo principale della preparazione, quello di migliorare un pò alla volta la propria resistenza, per crearsi quella sicurezza fisica e psicologica per raggiungere il traguardo finale.

Non bisogna pensare che una gara sui 100 km richieda il doppio dell'allenamento necessario per la maratona ( 42.195 km ). Le sedute per il miglioramento della resistenza non superano di molto, come chilometraggio, quelle previste per la maratona. E i principi della preparazione sono gli stessi: non solo km, ma anche lavori di qualità per aumentare la potenza aerobica. Così, anche aumentando le ore di allenamento per incamerare più km, la velocità di base resterà immutata, non si perderà brillantezza e si potrà correre a lungo a ritmi elevati.

1) continuazione della preparazione specifica, iniziata con le tabelle del periodo precedente:

2) rifinitura della condizione di forma.

La preparazione specifica di questa fase è la logica continuazione tecnica di quella precedente.

Nelle prime cinque settimane sono state inserite sedute di ripetute lunghe da correre a ritmo di gara in modo da adattare l'organismo all'impegno da sostenere durante la competizione, per rendere lo sforzo fisico ancora più simile a quello di gara, la fase di recupero prevede un maggiore impegno muscolare.

TEMPI DI PREPARAZIONE
La preparazione per una cento km partendo da zero richiede anche uno due anni.In questi anni di preparazione mirata è molto difficile subire infortuni, in quanto non si mettono a rischio muscoli e tendini. Al contrario: più corri, più sei preparato per gli sforzi successivi. D'obbligo la prevenzione: usare scarpe pesanti per le sedute di lungo lento,quelle leggere per le ripetute. Fondamentale non strafare e saper ascoltare i messaggi che arrivano dal proprio corpo. Se non ci si sente in forma ci si può fermare un giorno o due per recuperare, non per questo ne risentono le prestazioni. In cinque mesi si può preparare una 100 km. Il programma di allenamento presuppone abitudine alle gare lunghe e quindi un buon numero di km alle spalle e una buona esperienza. Chi invece parte da zero ha bisogno di qualche anno, dopo una graduale abitudine alla distanza può arrivare al traguardo dei 100 km interponendo obbiettivi intermedi come Maratonina Maratona 50 km. L'età più idonea per esordire nella 100km è sui 24 - 25 anni, dopo un opportuno rodaggio nelle gare più brevi. Dal momento che la specialità richiede un notevole impegno a livello aerobico, ci vogliono almeno 4 - 5 anni di noviziato nella maratona dove si può accumulare la dovuta esperienza per le prove di lunga durata.

PER CHI INIZIA
Per gli esordienti, la preparazione specifica non deve rappresentare un salto nel buio, né tantomeno un trauma. E' sbagliato anche farsi prendere, all'inizio, da eccessivo entusiasmo, cercando di bruciare le tappe. Il solo obbiettivo, per il debuttante, dev'essere quello di finire la gara in buone condizioni senza mettersi a confronto con podisti più allenati o più esperti. Scopo principale della preparazione, quello di migliorare un pò alla volta la propria resistenza, per crearsi quella sicurezza fisica e psicologica per raggiungere il traguardo finale.

LA PROGRESSIONE
Da parte di alcuni atleti la 100 km è un traguardo per chi non riesce ad andare oltre certi tempi nella maratona. E' un salto di qualità che comporta dei sacrifici comportando anche un cambiamento di vita per chi non è un professionista della corsa. Quando si passa a due allenamenti giornalieri, la prima seduta va svolta di buon mattino esempio alle sei, prima di andare a lavorare.

LE CARATTERISTICHE
L'andatura di chi gareggia nella 100 km dev'essere facile ed economica. La corsa è un gesto ripetitivo,che nella 100 km si ripete 100mila volte, da qui l'esigenza di non commettere errori di esecuzione per diluire e sopportare meglio il senso di fatica. Pochi sanno correre così, tutti gli altri devono cercare di acquisire questa qualità tecnica con un lavoro specifico di stretching ( allungamento muscolare ) e potenziamento ( con sedute in palestra o corsa in salita). Altra caratteristica richiesta per la 100km è l'auto suggestione, cioè quella capacità di estranearsi psicologicamente da ciò che circonda il podista. Ciò consente di controllare meglio i propri movimenti. E' una dote necessaria per poter sfruttare al meglio facilità ed economia di corsa anche al massimo dello sforzo. L'autosuggestione si può imparare in allenamento. Bisogna cercare di correre le sedute lunghe a un ritmo lento tale da sentire le gambe quasi distaccate dal tronco. Spalle e braccia, rilassate e basse, devono seguire il sincronismo delle gambe permettendo un completo rilassamento dei muscoli del collo e del viso. Questa andatura ideale, che ognuno dev'essere capace di protrarre il più a lungo possibile con allenamenti specifici,non richiede sforzo fisico con accumulo di acido lattico nei muscoli. Così l'atleta avverte una sensazione di efficienza fisica e psichica che gli rende meno pesante la fatica. La stessa che dovrà ritrovare in gara,per giungere sino in fondo nelle migliori condizioni.

PER I PIU' BRAVI
Qualsiasi obbiettivo può avere provabilità di riuscita se programmato in un arco di tempo ben determinato, tramite una seria preparazione. Se lo stesso tipo di programma può andare bene per molti atleti, è necessario che ognuno sappia miscelare quantità e qualità, ritmi e recuperi, considerando le proprie caratteristiche tecniche,l'età, il risultato da raggiungere. Il segreto del campione è proprio quello di saper percepire e intuire, giorno per giorno, le sensazioni positive e negative che il fisico trasmette. Una volta valutate e discusse col proprio allenatore, daranno vita a un programma di allenamento personalizzato, molto più redditizio perché adattato alle capacità fisiologiche dell'atleta. Ognuno col tempo, sapendosi allenare, dovrebbe crearsi quest'autonomia di gestione tecnica. Solo conoscendo bene se stessi le capacità di rendimento aumentano



La crisi in gara: psicologia, per ipoglicemia,da esaurimento..


Una 100 km non finisce mai, necessario calibrare le forze lungo tutto l'arco di gara.
La tattica è legata all'impossibilità di correre a vista: i concorrenti, dopo la selezione iniziale, sono molto distanti uno dall'altro.
Ecco perché è necessaria l'assistenza di amici o familiari che seguano con l'auto o in bicicletta i podisti,segnalando posizione in classifica, ritardi e vantaggi. La presenza di persone amiche aiuta a superare i momenti difficili che accompagnano la corsa.
La crisi è sempre in agguato: può arrivare al 5° o al 97° km. Tutte le crisi possono essere prevenute con un'adeguata alimentazione e col rifornimento in gara.
 ECCO I SEI TIPI DI CRISI :

DA ACIDO LATTICO E' un eccessivo accumulo di acido lattico nei muscoli che non si riesce a smaltire correndo, causato da partenza troppo veloci oda cambi di ritmo.

DA CALORE Aumento della temperatura del corpo dovuto a errata alimentazione o temperatura troppo alta.

DA DISIDRATAZIONE Eccessiva sudorazione e quindi perdita totale dei liquidi.

DA IPOGLICEMIA E' dovuta alla diminuzione del glucosio nel sangue ( il cosiddetto calo degli zuccheri )

DA ESAURIMENTO Consumo totale del glicogeno, quello che da energia ai muscoli.

PSICOLOGIA Determinata sempre da fattori fisici ma molto pericolosa se non si riesce a reagire ogni volta al senso della fatica
pre da fattori fisici ma molto pericolosa se non si riesce a reagire ogni volta al senso della fatica
 
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