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Come aiutarsi con la mente

Fonte La Gazzetta Sportivo scritto da Pietro Trabucchi

Negli sport di resistenza la psicologia ha un’importanza fondamentale

E’ stato dimostrato che, a parità di potenza richiesta, concentrarsi sulla fatica provoca un aumento del battito cardiaco. Chi usa tecniche corrette ha una frequenza più bassa. La preparazione mentale, praticata 2-3 volte la settimana, usa gli stessi principi dell’allenamento atletico ed è diviso in 5 fasi.
Negli sport di resistenza spesso accade che tanti sacrifici e tanto lavoro per potenziare il motore vengano poi vanificati in gara da un aspetto sovente trascurato, quello mentale della prestazione. Per un pregiudizio molti credono che l’aspetto mentale della preparazione coincida con l’indagine sulla salute psicologica del soggetto. Come dire: lo psicologo sportivo si occupa degli atleti con problemi. Nulla di più sbagliato: per preparazione mentale si intende il ricorso a tecniche che aiutano a ottimizzare o a elevare la prestazione, ovvero che aiutano ad andare più forte. Volete un esempio di come l’aspetto mentale incida sulla prestazione? Non è vero che la resistenza alla fatica di un ultramaratoneta dipenda solo dalla sua preparazione atletica.

LA RICERCA

Alcuni esperimenti di laboratorio eseguiti su giovani maratoneti e triatleti hanno dimostrato che, a parità di watt richiesti dal ciclergometro, concentrarsi sulle sensazioni di fatica produceva un innalzamento significativo del battito cardiaco, mentre chi utilizzava tecniche di concentrazione particolari presentava una frequenza più bassa. Risultato, concentrandosi nel modo giusto si spende meno. Questo fenomeno dipende dagli effetti che il sistema nervoso centrale ( alcune aree del cervello in particolare ) sono in grado di esercitare sulla periferia ( circolazione e muscolatura ). La preparazione mentale è una metodologia che utilizza gli stessi principi generali dell’allenamento atletico, agisce attraverso il sistema nervoso centrale sull’organismo dell’atleta, utilizza come stimoli i processi cognitivi, emozionali e ideomotori, e mira ad aumentare il rendimento sportivo. Allenarsi mentalmente è dunque un processo del tutto simile, dal punto di vista del metodo del tutto simile, dal punto di vista del metodo, all’allenamento atletico: si tratta di eseguire sedute , con cadenza regolare (di solito 2-3 la settimana ) sulla base di un programma da individuare con l’aiuto di un esperto. La struttura di un programma di allenamento mentale prevede in genere 5 fasi. Ecco quali sono e come vanno applicate.

LE FASI

Scelta delle abilità mentali che si desidera allenare, ovvero gli obbiettivi dell’allenamento mentale. Un programma ben strutturato non dovrebbe comprendere che pochi obbiettivi altrimenti rischia di diventare velleitario. Occorre scegliere come obbiettivi quelli che non sono più coinvolti nel tipo di prestazione che si desidera migliorare. Per esempio, chi si prepara per una ultramaratona può omettere il controllo del dolore atletico.

Testare il livello iniziale delle abilità mentali considerate.

Allenamento a secco. Non è necessaria per tutti i tipi di abilità mentale, però è fondamentale in quelle che richiedono di lavorare su alcune prerequisiti prima di poter essere applicate durante l’allenamento atletico ( esempio il controllo del dolore ). Lavorare a secco significa allenare una certa capacità mentale da sola. Per esempio, imparare a rilassare la muscolatura delle gambe in movimento, si ha necessità prima di imparare a rilassare la stessa muscolatura da ferma. A casa o in palestra, bisognerà eseguire esercizi appropriati e solo dopo un po’ di tempo si sarà in grado di applicare questa capacità mentre si corre o si pedala. Nessuno è in grado di rilassare un muscolo mentre si muove se prima non l’avrà fatto da fermo.

Applicazione dell’abilità durante l’allenamento atletico e in gara.

Valutazione di efficacia ed efficienza e monitoraggio degli apprendimenti.
 
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